"Il genero più caro e più paziente della nonna Tilde, …"
"Bravissimo in tutto, come capofamiglia, fotografo cuoco eccetera.."
"Nasce a Bergamo nel 1947 sul tavolo in cucina del numero 37 di via Pignolo.
Nonostante la differenza di età col fratello maggiore Venanzio, si ritaglia un posto di rilievo nella scuola e nella società, nonostante studiasse "sic minucc al cess!" ("cinque minuti al cesso")
La fama di bel tenebroso che lo accompagnava nella sua prima giovinezza, dovuta in parte agli abiti scuri (sconvolgente fu il regalo da parte della sua futura moglie Anna di un maglione Rosso!!) e alla necesssità di portare gli occhiali, gli procurò la nomea (rivelatasi poi del tutto infondata) di "ragazzo serio".
Dopo un numero imprecisato di storie più o meno importanti, ad una festa di compleanno di un suo amico, (il futuro cognato Vanni) Mario incontrò Anna ed ebbe l'ardire di poggiare le sue labbra in un impercettibile bacio sulla spalla di quella quindicenne sprovveduta.
La cosa non destò scalpore per il fatto che la ragazzina non se ne accorse nemmeno, ma ebbe discreti sviluppi per la storia a venire.
Uno di questi sviluppi si chiama Mauro ed è l'autore di questa biografia non autorizzata, l'altro sviluppo si chiama Enzo che è l'autore del bellissimo sito internet in cui state sguazzando.
Nei primi tempi di questa storia, la mamma di Anna, la mitica Nonna Tilde, per niente abbagliata dalla fama oscura di questo Mario, volle che la piccola Giuseppina, la sorella di Anna accompagnasse sempre i due nelle uscite solitarie. Memorabile la prima di queste, presso la pizzeria da Mimmo in una città alta fine anni sessanta, romantica e galeotta.
La stessa Nonna Tilde dopo anni ha rilasciato la dichiarazione che vedete nell'intestazione.
Mario, il conquistatore di suocere, aveva fatto centro.
Non contento del suo successo si mise anche a fare da intermediario nel burrascoso inizio della storia tra il suo quasi cognato Vanni e Rosangela. Un successo anche questo, con altri due sviluppi, Paolo e Nicola.
Il primo lavoro importante presso una grande ditta fu a Milano (IBM), poi una lunga militanza nel Credito Bergamasco, poi Credit Lyonnaise, poi Banca popolare di Verona eccetera.
Eccellendo sempre nel suo lavoro, accompagnò il pane al companatico di un arte che portava nel sangue: la fotografia.
Gli anni difficili dopo la morte della moglie nel 1991 sono stati superati dal grande amore dei figli, dei parenti, e dal rinnovato vigore della sua arte, che lo spinge, dopo alcune scelte confuse in direzioni non proprio consone alla sua indole (ingresso nel bollettino parrocchiale, e consigliere dell'U.S. Loreto) ad entrare nel Circolo fotografico Dalmine di cui è diventato una colonna. Ma fu l'ingresso nel CAI di Ponte San Pietro la scelta più Galeotta, che lo portò al fatale incontro rigeneratore: Lucia, l'angelo giunto a sopportare le sue paturnie e gli anni che scorrono con amorevole pazienza.
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